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USCITA GEM 2015 del 31 maggio: Forcella di Bura- Pizzo Grande e
Sornadello
Partiamo alle 7 da Mozzo con un tempo così così
e secondo le previsioni in leggero peggioramento durante la mattinata,
ma belle schiarite solo dal primo pomeriggio.
Che fare?
Ci proviamo lo stesso, al massimo apriremo l'ombrello, come suggerisce
il Capo-gita.
Arrivati alla Forcella di Bura, tra Gerosa e Peghera in val Brembilla
e lasciate le macchine, ci avviamo per la sterrata (che serve una
fattoria) e che poi diventa sentiero e attraversa una bella faggeta.
Una sensazione strana ci accompagna a cominciare dall'afa e da una
forte umidità che toglie il fiato.
Anche gli uccellini se ne stanno silenziosi; per il momento non
vediamo ancora la nebbia all'interno del bosco, ma appena fuori
il percorso diventa selvaggio, costeggia alcune vallette e a tratti
si intravede qualche torrione, non più di tanto per via delle
nuvole basse e purtroppo ci siamo, arriva qualche goccia d'acqua.
Proseguiamo di nuovo nel bosco lungo un sentiero a tratti scivoloso
e che sparisce tra le piante e sotto ai piedi di Gigi.
Sembra di fare una notturna; silenzio assoluto e foschia (una pila
potrebbe essere utile) così quasi senza accorgerci arriviamo
al cospetto della croce del Pizzo Grande che, sappiamo domina Cornalita
e San Giovanni Bianco ma noi vediamo solo nebbia.
Non tralasciamo di salire la cima, poco distante dalla croce.
Siamo proprio sopra i famosi "Serrati" della Val Taleggio
dove scorre il torrente Enna.
Il giro prosegue per il monte Sornadello (mt 1580) che è
leggermente più alto del Pizzo Grande (mt 1571), più
morbido, poco segnalato e un po' in disparte, tanto che la sua croce
è una "X" dipinta su una pietra quasi nascosta
dalla vegetazione.
Non è posto per la sosta pranzo, ci fermiamo un attimo più
sotto, anche se non è ancora mezzogiorno.
Si prosegue in un bellissimo bosco in cui troviamo parecchi alberi
sradicati e uno strano odore di fumo, con tutta questa umidità!
Sarà lo spirito del bosco?
Però gli uccellini cominciano a cantare, allora il tempo
diventa bello, dice Renato.
Infatti mano a mano che ci avviciniamo alle macchine si schiarisce.
Ormai non c'è più niente da vedere, siamo arrivati
con la convinzione di avere attraversato dei posti bellissimi che
dovremo senz'altro rivedere in condizioni migliori.
Però anche così la giornata ha avuto il suo fascino:
l'unica persona incontrata è un coraggioso giovanotto che
oltretutto ci supera di corsa.Tempo impiegato 6 ore circa con dislivello
di 700 metri circa.E' presto quindi prima di tornare a Mozzo ci
prendiamo con comodo una bibita o caffè e arriviamo alle
14,30 circa
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