6 maggio: Passo della Manina m 1799 - Monte Sasna m 2229

Mentre si parla diffusamente e si attende la cerimonia ufficiale dell'incoronazione del Re d'Inghilterra, proprio oggi lasciamo i sudditi inglesi nella loro euforia e noi nella totale indifferenza ci dirigiamo a Lizzola frazione di Valbondione, ultimo villaggio abitato della Valle Bondione a sua volta parte della Val Seriana Superiore.
Ci arriviamo poco prima delle 8,30 in una mattina luminosa con aria frizzantina; il panorama già molto vasto a metri 1260 circa ci mostra una vista senza pari, siamo circondati dai giganti delle Orobie.
Iniziamo il percorso attraversando un prato verde "tenerissimo" e ci inoltriamo nel bosco ma per poco perché ne usciamo quasi subito, accaldati, continuando su bel sentiero mantenendoci sempre all'aperto, superando la baita "Asta Bassa" e alcuni punti più umidi ancora coperti dell'ultima neve.
Si vede in lontananza fra il Passo Manina nord metri 1799 e il Passo Manina sud metri 1787, proprio sul cucuzzolo a metri 1819, la chiesetta della Madonna Pellegrina con la sua particolare storia di devozione. Durante il "peregrinatio Mariae" della Madonna nelle diocesi bergamasche, il 4 giugno 1949 fu portata la statua della Vergine da Nona utilizzando il percorso tedesco (realizzato durante la guerra) e sul cucuzzolo consegnata agli abitanti di Lizzola per continuare il viaggio: è in questo momento che il Vescovo propone la costruzione della chiesetta.
Detto fatto a ottobre è già pronta, ma con due altari, rivolti uno sul versante Scalvino e l'altro sul versante Seriano-Bondone e inaugurata con due Messe celebrate dai parroci dei paesi di qua e di là dei passi.
Qui sostiamo per il caffè che Gigi si è premunito di preparare apposta per noi: grazie.
Da questo punto ammiriamo in tutta la sua bellezza la "Regina" delle Orobie, la mitica Presolana oltre alla linea imponente della nostra cima che ci apprestiamo a salire.
E' bella, lunga, sembra lineare ma dopo gli incroci che scendono a valle la cresta si interrompe mostrando notevoli spaccature, continuando con qualche su e giù a volte nascondendoci la croce dell'anticima. Proseguiamo un po' esposti e un po' fuori sentiero seguendo le tracce nella neve che in quota è abbastanza presente: preziosa riserva d'acqua.
Arriviamo alla Croce della prima vetta e lo spettacolare panorama è immenso, ma la vera cima però è poco più in là, qualche decina di metri più alta, ancora più bella, più intima e soddisfacente, dove è posta una targa molto significativa e toccante che ricorda un recente evento ancora molto vivo e sempre presente nei nostri cuori con la dedica alle vittime del Covid 19, posata il 19 luglio 2020 dagli amici della Val di Scalve con la scritta "La montagna più alta rimane sempre dentro di noi".
Incredibile bisogna fare a turno per scattare le foto perché è arrivata parecchia gente e fa confusione, quindi abbandoniamo la postazione anche perché si stanno accumulando parecchie nuvole e scendendo all'incrocio con il sentiero che scende alle Piane di Lizzola, sostiamo per il pranzo.
Le nuvole aumentano e ci nascondono la Presolana e il resto del panorama che prima era in bella vista.
Dovrebbe tenere ancora un po' ma sembra di sentire qualche goccia cadere, allora meglio scendere.
Infatti dopo una decina di minuti proprio quando siamo sotto e stiamo ammirando la nostra cima, non è più un "sembra": pioviggina davvero ma non di continuo e con il percorso più corto rispetto la salita del mattino, restiamo tranquilli
Passiamo vicino alla "Miniera del Lupo", l'unica delle tante, visitabile e messa in sicurezza.
Sorge in località "Piane", ricca di minerali, stalattiti, stalagmiti, nel cui interno c'è l'imponente "pozzo Venezia" e si collega al complesso minerario della "Manina" in Val di Scalve; il cammino all'interno della miniera dura circa un'ora e si sviluppa per circa 3 Km nelle viscere della Terra.
Pare inoltre che il nome "Lizzola" derivi da "leda", la grossa slitta che scivolando verso valle trasportava il materiale minerario estratto.
Lungo la bella sterrata costeggiamo il torrente e tranquillamente arriviamo fino al paese dove chiudiamo il giro ad anello.
Che fortuna: appena arrivati alle macchine ci salutano due sonore tuonate e a seguire un copioso scroscio d'acqua.
Finire la gita così sani e salvi e risparmiati dall'acqua è meravigliosamente più appagante.
Sempre bella anzi, bellissima escursione finita piacevolmente come al solito con un giro al bar molto affollato di escursionisti come noi, ciclisti e tanti altri quasi a dare un senso di condivisione della giornata.

Dislivello 1000 metri circa - tempo in salita 3,15 ore per un totale di 5,30.

Alla prossima!




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