Sabato 16 Giugno - Rifugio Sandro Occhi m 1930 - Bivacco Valerio Festa m 2320

Non c'è dubbio che le nostre Orobie siano bellissime e amatissime, ma ci sono tante altre montagne che vale la pena vedere e conoscere e perciò questa volta ci portiamo nella Val Paghera di Vezza d'Oglio, nientemeno che nel Gruppo dell'Adamello.
Partiamo da Mozzo alle 6,30 per Vezza d'Oglio appunto, poco più di un centinaio di km, con sosta caffè nella bella piazzetta di Edolo e verso le 9 siamo al parcheggio nei pressi del Rifugio alla Cascata dove parte il nostro sentiero.
Il segnavia CAI 21 si sviluppa in un bosco di abeti da subito in forte pendenza: è infatti un gradone roccioso quello che dobbiamo risalire, scavato dai ghiacciai dell'Era Quternaria, dove sono state ricavate le "Scale dell'Aviolo", che ci fanno guadagnare rapidamente quota e poi per fitto cespuglieto in prevalenza di rododendri fioriti, per sbucare in un canalone sassoso percorso da un torrentello e dotato di catena di sicurezza in quanto in alcuni punti la roccia è bagnata e si è esposti.
Si arriva così verso le 10,15 all'accogliente Rifugio Sandro Occhi a 1930 metri di quota (qui il sentiero diventa il n. 1 dell'Alta via dell'Adamello), mentre poco oltre appare il bellissimo lago d'Aviolo dai colori verde-celeste oltre il quale si estende la magnifica e omonima conca glaciale formatasi dall'interramento di un antico lago e attraversata da serpeggianti meandri cristallini del torrente Aviolo.
Per attraversarla infatti, passeremo su diverse passerelle in legno che scavalcano i vari ruscelletti.
La lunghissima e verdissima conca è circondata da vette che sfiorano i 3000 metri e quasi alla sua testata iniziamo a risalire lo scosceso e ripidissimo pendio di destra che si addolcisce solo dopo mezz'ora, ormai in vista del Passo di Gallinera a metri 2320, che mette in comunicazione la Valle dell'Aviolo con la sottostante Valle Gallinera.
Qui su un crinale, quasi come un nido d'aquila, è posto il Bivacco Valerio Festa.
Lo spazio è limitato, ma arrivati appena sopra la struttura, su una balza rocciosa che precipita verticalmente sul vallone sottostante non si può far altro che ammirare e rimanere stupiti di fronte all'imponente bastionata di rocce e neve del Baitone, del Corno di Gallinera, del Monte Aviolo, ecc., che chiudono come un immenso sipario il nostro orizzonte.
Che meraviglia, che spettacolo, che panorama: è una Natura che sconvolge per la sua bellezza e imponenza.
Si riparte sullo stesso percorso e senza fretta anche se è quasi mezzogiorno per giungere al nostro punto di sosta (pranzo) che abbiamo fissato nel bel mezzo della conca, approfittando dei tavoli esterni dell'Osservatorio Faunistico, dove un meandro forma una strana pozza in cui sembra che l'acqua bolla per via del particolare fondo sabbioso e delle risorgive.
L'effetto è talmente particolare che viene segnalato da un cartello che attira l'attenzione anche per la particolare scritta: L'ACQUA CHE BOI (l'acqua che bolle).
Ripercorsa tutta la piana glaciale che è uno dei luoghi più suggestivi del Parco dell'Adamello, ci si perde di nuovo nei colori del lago e arrivati al rifugio Sandro Occhi, come detto prima molto accogliente, si indugia più del solito: sembra non si abbia voglia di lasciare questa vallata, ma ci attende ancor la discesa dei quasi 500 metri delle "scale" che superano il gradone roccioso che porta al parcheggio.
Ormai non ci preoccupiamo nemmeno del meteo: visto come è andata la giornata non c'è pericolo di pioggia e come da programma, alle 16 puntuali arriviamo alle auto.
Adesso ci attendono due ore di strada, ma siamo felici per la bella giornata e per quanto abbiamo visto e vissuto in questa splendida giornata in montagna.
Escursione di circa 5 ore in un ambiente particolare, modellato dagli antichi ghiacciai del quaternario, bellissima, piacevolissima e di moltissima soddisfazione con una temperatura ottimale e giornata soleggiata.

Alla prossima!




G.E.M. Gruppo Escursionistico Mozzo      E-mail: info@gem-mozzo.it