DECIMA ESCURSIONE GEM 2013– MONTE VIOZ - m. 3.645

 

E' il periodo delle alte quote, infatti quella di oggi è a ben 3645 metri , quindi di tutto rispetto. Dopo una notte afosa, alle 5 partiamo sotto una pioggerella con un comodo pulmino, giusto per noi 16 partecipanti, così siamo sollevati dal pensiero della guida e della strada che è abbastanza lunga, 170 km. fino a Pejo Fonti –TN –

Dopo la sosta caffè-cappuccino cominciamo a pregustare il tipico ambiente Trentino: la Presanella carica di neve che nei canaloni arriva giù giù, si potrebbe ancora sciare fin lì, fin là, fin quà, dicono i nostalgici degli sci, ma la nostra meta è oltre.

Prendiamo la teleferica che ci porta fino a 2000 metri, poi la seggiovia che arriva a 2300 metri al Doss dei Gembri vicino ad un laghetto dove iniziamo la nostra escursione. Sono le 9.

Lasciamo il piccolo lago che vedremo per un po' sul tratto che sale sulle morene in direzione Val delle Mite, giriamo il Dente del Vioz e ci troviamo sull'altro versante dove il sentiero dovrebbe continuare quasi dolcemente fin sotto al rifugio ma, quest'anno c'è ancora neve, troppa neve e la traccia passa su traversini e punti ripidi.

Quando sembrava (ma era una sensazione netta) di essere già molto in alto, vediamo un cartello con la scritta “Brich mt. 3200” ne mancano ancora 400 e ci sono alcuni punti critici da superare.

Purtroppo il tempo comincia a cambiare, arriviamo al rifugio Mantova con la nebbia e data la situazione conviene proseguire subito alla vetta (10 minuti), intanto che arrivano gli ultimi. Solo in 5 tocchiamo il pannello di vetta vera e propria, posto dopo una croce. Ci fotografiamo con la bandiera per testimoniare l'iniziativa del 150° del CAI. Nevischia.

Al rifugio invece piove, addio piatto caldo, bisogna fare dietrofront e scendere con maggior prudenza sia i tratti rocciosi del risalto del Brich sia quelli innevati. Aggiungi che un bel po' di persone si trovano sul percorso; chi rallenta perché giustamente ha paura, chi invece accelera, insomma c'è un notevole traffico. Per fortuna dopo un quarto d'ora smette di piovere e facciamo in tempo ad uscire dai punti pericolosi prima di ricominci. E adesso non c'è Santo che ci salvi, ce la becchiamo tutta fino quasi al laghetto.

Ci aspettiamo più o meno tutti e se c'era una parte del nostro corpo risparmiata dalla pioggia, adesso sulla seggiovia “ aperta” sui cuscini di spugna… completiamo l'opera.

Non potevamo perdere l'ultima corsa! A escursione finita, possiamo vuotare lo zaino, passare al bar, cambiarci e stare all'asciutto nel nostro comodo pulmino.

Non c'è traffico ma arriviamo a Mozzo alle 20,40 – dislivello 1345 metri (da 2300 a 3645) – Tempo impiegato 4 ore per la salita e 3 circa per la discesa.

Bellissima escursione, peccato che il tempo non ci ha permesso di gustare a pieno tutte le bellezze della zona

 

Alla prossima!

Anna Perico

 

 

 

 

 



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