Sabato
10 Febbraio - Monte Guglielmo mt. 1948
Dopo una settimana un po'
nebulosa il sabato mattina lascia spazio ad un cielo grigio e via
via sempre più azzurro e luminoso e prima di arrivare a Pezzoro,
in val Trompia, il sole ha già tinto di rosa le cime delle
montagne.
I vari parcheggi sono vuoti perchè comincia solo adesso il
fermento e i preparativi dei moltissimi scialpinisti che vedremo
poi sbucare da ogni parte.
Il bel paesino è ancora avvolto nell'ombra e purtroppo ci
rimarrà tutto il giorno; fa abbastanza freddo tanto che gli
abeti non riescono a scrollarsi la neve di dosso e regalano un colpo
d'occhio delizioso.
Sono le 8,15 quando ci avviamo sulla mulattiera per il rifugio CAI
Valtrompia dove cominciamo a calpestare la neve.
Per un po' proseguiamo all'aperto con buona pendenza fino ad un
ampio pianoro dove è adagiata la Malga Pontogna (metri 1384),
poi rientriamo nell'ombra e cominciamo a faticare non poco in quanto
stiamo affrontando un forte pendio con neve più alta: è
il cosiddetto "RATU' ".
Indossiamo le ciaspole, ma anche zig -zagando da una traccia all'altra,
raggiungere la fine è una grande soddisfazione.
Vediamo in lontananza il famoso e gigantesco monumento al Redentore
costruito nel 1902 e sistemato nel 1965 dal sig. Montini, padre
del Pontefice Paolo VI.
L'ambiente ora si è fatto ampio: dossi e falsipiani a più
non posso si alternano facilitando l'avvicinamento alla meta che
raggiungiamo risalendo l'erto pendio finale che porta alla tondeggiante
cima del Monte Guglielmo o Castel Bertino a 1948 metri d quota.
L'origine del nome Guglielmo viene dal detto Lombardo "Golen"
cioè "colma" dal latino "Culmen" ossia
montagna di media altezza con vetta priva di vegetazione e dai versanti
poco impervi.
Il Guglielmo ha un aspetto imponente facilmente identificabile da
ogni angolo della Pianura Padana Centrale.
La lunga e discontinua dorsale del Guglielmo, che divide il solco
della media val Trompia dal bacino del lago d'Iseo, è formata
da varie cime e la principale è "Castel Bertino/Guglielmo"
mt. 1948 nel comune di Zone.
L'occhio spazia sui dossi del pianoro ricamati dagli sciatori (alcuni
dei quali li vediamo salire diverse volte), mentre il vento spazia
e soffia da tutti i versanti.
Il panorama è davvero notevole, sotto di noi il lago d'Iseo
ed intorno le cime più belle delle Alpi e delle Orobie (quasi
in primo piano il Grignone).
Arrivano anche alcuni amici saliti da Zone che però scendono
subito.
Dopo pranzo e foto di rito ritorniamo sui nostri passi: Gino decide
di non usare le ciaspole da subito, altri arrivati al "Ratù"
valutano più pericoloso usarle quindi le tolgono, ma Gabriele
che aveva faticato di più in salita non essendo molto allenato,
si rilassa scendendo da "seduto" (dove possibile ovviamente)
e si diverte come un bambino: che bello!
Sosta caffè al rifugio CAI Valtrompia caldo e accogliente,
ricco di oggetti artistici fatti in legno specialmente un particolarissimo
riccio e un cestino di funghi che scambi per veri.
In breve siamo alle macchine, il rientro è scorrevole e siamo
a Mozzo dove arriviamo alle 16 nel pieno rispetto del programma.
Salita circa tre ore e discesa poco più di due ore per un
dislivello positivo di 1037 metri.
Alla prossima.
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